The Migrant School of Bodies | Voices&Borders | Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

 

MAH00941-1 

Ariella Vidach AiEP

presenta

 MigrArti_Mibact

THE MIGRANT SCHOOL OF BODIES
Coreografia partecipata a cura di Ariella Vidach
regia Ariella Vidach e Claudio Prati 

Esito dell’omonimo progetto nato nell’ambito del bando
MigrArti – Spettacolo 3° edizione, MiBACT – Spettacolo dal vivo
a cura di Ariella Vidach e Maria Paola Zedda
in collaborazione con Mo’O Me Ndama, Studio Azzurro
MUDEC Museo delle Culture 

12 luglio ore 21.30
VOICES & BORDERS
di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

Il 12 luglio debutta nell’ambito del progetto Voices & Borders di Fondazione Feltrinelli la performance partecipata The Migrant School of Bodies, esito performativo e coreografico dell’omonimo progetto, a cura di Ariella Vidach e Maria Paola Zedda, nato nell’ambito del bando MigrArti – Spettacolo 3° edizione, MiBACT – Spettacolo dal vivo con la collaborazione di Mo’O Me Ndama, Studio Azzurro, MUDEC – Museo delle Culture.
La performance, con la coreografia di Ariella Vidach e la regia di Claudio Prati, intesse i segni nati all’interno di un percorso di laboratori partecipativi rivolti a un gruppo misto di donne, richiedenti asilo e immigrate di seconda generazione. Al centro dell’indagine il corpo, la voce e la coreografia come veicoli di relazione per la costruzione di un nuovo territorio linguistico comune, dove decolonizzare il corpo e viverlo come campo per una riscrittura critica e partecipata.

A partire da una riflessione sui confini fisici, geografici, linguistici, di genere il progetto The Migrant School of Bodies ha sviluppato una metodologia didattica sperimentale  creando un ambito di ricerca e confronto, con il desiderio di aprire uno spazio all’esigenza espressiva di coloro che non hanno voce, più spesso le donne, valorizzare le diverse tradizioni rituali, coreutiche, corporee, come atto di difesa della memoria, sottrarre coloro che attraversano l’esperienza dell’attuale diaspora alla condizione di oblio e perdita del proprio passato e della propria storia.

Il percorso, esteso nell’arco di 3 mesi, ha coinvolto artisticamente e pedagogicamente artisti internazionali che hanno vissuto in prima persona l’esperienza della migrazione: la turco-tedesca Nezaket Ekici, formatasi con Marina Abramovic, ha indagato la riattivazione del rituale e della tradizione come strumenti di scambio culturale nelle performance di lunga durata, il musicista Mike Cooper (UK, Australia), ispirato alle tesi del compositore britannico Cornelius Cardew di una musica socialmente accessibile (people’s liberation music), ha lavorato sul coro e sul field recording componendo le registrazioni realizzate nel workshop in una partitura densa di echi coloniali, Lazare Ohandja coreografo camerunense ha esplorato il gesto agricolo e alle partiture ritmiche africane, come terreno comune di comunicazione.

A partire da questi materiali, la guida coreografica di Ariella Vidach con la regia di Claudio Prati, ha dato vita a una performance che compone l’archivio di gesti, narrazioni e sonorità costruito nei mesi, percorrendo il tema della diaspora, del confine e dell’incontro culturale attraverso la riattivazione della dimensione rituale in una chiave contemporanea.

A conclusione della performance verrà mostrato il video elaborato attraverso la pratica documentale di Studio Azzurro, a cura di Alberto Danelli e Martina Rosa, durante le fasi processuali in un lavoro che oltre a documentare il processo creativo collabora materialmente e concettualmente alla costruzione dell’archivio, esplorando, oltre l’epidermide dell’immagine in movimento, i paesaggi corporei come mappe, scritture geografiche, fisiche ed emotive dei viaggi dei protagonisti del progetto.

MigrArti è un’iniziativa del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo nata nel 2016 con il proposito di coinvolgere le comunità di immigrati stabilmente residenti in Italia. L’obiettivo della terza edizione del bando MigrArti è quella di consolidare il legame con i “nuovi italiani”, riconoscendo e valorizzando le loro culture di provenienza.

Il progetto è realizzato da Ariella Vidach Aiep, Mo’O Me Ndama, Studio Azzurro, con la cura di Ariella Vidach e Maria Paola Zedda, con la collaborazione di MUDEC – Museo delle Culture, Segretariato regionale del MiBACT per la Lombardia, Comune di Milano – Fabbrica del Vapore.

Crediti:
Coreografia: a cura di Ariella Vidach, in collaborazione con i performer
Regia: Ariella Vidach Claudio Prati
Danzatori: Bintou Ouattara, Mama Tenee Koulibaly, Nadege Okou, Célestine Clémence Ngantonga Ndzana, Joy Ediri, Leonor Navas Riehar
Con la partecipazione e assistenza coreografica di Loredana Tarnovschi, Giovanfrancesco Giannini
Musiche: Mike Cooper
Coinvolgimento delle realtà e dei centri di accoglienza: Valentina Belinaso
Coordinamento amministrativo: Giulia Iozzi
Cura del progetto: Ariella Vidach, Maria Paola Zedda
Collaborazione alla comunicazione: Elisabetta Masala, Veronica Rebonato
Grafica: Studio48

Si ringraziano per la partecipazione nel percorso:
Lydia Paes Salles De Oliveira, Bing Xuan Li, Silvia Simonetti, Pelin Zeytinci, Yayi Ouattara

Contatti:
www.aiep.org
info@aiep.org
tel. 023450996
3493716769

                           

 

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