Pablo Ezequiel Rizzo

Pablo Ezequiel Rizzo nasce a Mar del Plata, Argentina. Nel 2004 si trasferisce in Italia dove continua la sua formazione artistica come performer al centro culturale Il Funaro di Pistoia e come attore fisico al Teatro Metastasio di Prato. Successivamente scopre la passione per la danza e la coreografia e si dedica completamente allo studio della tecnica classica e contemporanea.
Nel 2019 si diploma al corso di Teatrodanza presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi sotto la direzione di Marinella Guatterini. Studia con maestri come Maria Consagra, Paola Lattanzi, Ariella Vidach, Biagio Caravano (MK), Olivier Dubois, Julie Ann Stanzak (Tanztheater Wuppertal Pina Bausch). Lavora successivamente con Alessio Maria Romano, Compagnia Nanou e con nomi internazionali come Elie Tass (le ballets C de la B) e Zero Visibility Korp.
Durante il percorso accademico sviluppa il suo interesse per la creazione coreografica, dando inizio alla sua carriera, volta a un tipo di ricerca sul corpo e sulla voce, capace di interagire con la tecnologia e con le nuove materie inorganiche.
Nell’estate del 2020 fonda il Collettivo CIW e vince la menzione speciale della giuria all’Hangartfest di Pesaro con RABEXPRESS. Nel 2021 è tra i finalisti del bando Residanza di Gabriella Stazio, grazie al quale viene inserito all’interno del progetto NUDA. Attualmente in produzione con due lavori coreografici, è sostenuto dall’associazione Aiep di Milano, da Movimento Danza di Gabriella Stazio e dal festival Hangartfest di Pesaro.

ALBATROS

ALBATROS è un progetto postpademico nato dalla semplice immagine riflessa di due mani posate sulla testa che suggerivano la forma dei palchi delle alci. Pensato originariamente come studio biologico e comportamentale di alcuni tipologie di animali, il progetto si è poi evoluto traendo ispirazione da “Urpflanze, la pianta originaria” di Goethe e dalla teoria cyborg della biologa e filosofa Donna Haraway. Questi due elementi hanno introdotto un’indagine sul concetto di natura e “naturale”, attraverso una definizione che comprende nella sua molteplicità di significati, l’inclusione degli strumenti tecnologici prodotti dall’immaginazione creativa umana. Pur nella sua complessità concettuale, ALBATROS è molto semplice ed essenziale sul piano visivo. A livello scenico gioca con riflessioni e diffrazioni tra oscurità e luce, per creare attraverso un corpo plastico, immagini ibride e aliene che mutano verso la composizione di figure antropomorfe, rivelando infine un misterioso corpo cibernetico. La somiglianza e androginia dei due performer, rispettivamente maschio e femmina, mira a creare una danza illusoria in cui lo spettatore si possa smarrire e confondere, nell’intento di identificare l’uno e l’altro. Tale effetto è voluto anche alla luce dei principi elaborati da Donna Haraway che ci invita ad inaugurare un nuovo modo di pensare l’identità sessuata, superando la maniera dualistica di contrapporre il maschile al femminile.

Credits

Coreografia Pablo Ezequiel Rizzo

Interpreti Alessandra Cozzi, Pablo Ezequiel Rizzo

Costumi Manuel Ghidini, Kateryna Kovalchuk

Musiche Fausto Romitelle, ARCA