Annunciation – Dancing Opera Daily Practice (Studio sul virtuosismo di un’eroina del 1786)

Emma Saba

Spesso nell’immaginario collettivo l’opera lirica viene associata a un’idea di spettacolo noioso e superato, a produzioni che comportano grandi spese, alla riproduzione museale di un repertorio passato.

A un mondo che non ci appartiene più, patriarcale e maschilista, nato per compiacere le classi dirigenti dei secoli passati.

Per me l’opera invece, soprattutto quella mozartiana, rappresenta uno spirito di libertà, uno sguardo giocoso, ironico e appassionato sul mondo e sui rapporti umani. La musica mozartiana provoca in me eccitazione e gioia.

Questo stato della mente e del corpo si lega istintivamente, a mio parere, con il significato e l’essenza stessa dell’azione performativa, intesa come piena potenzialità che prende vita nel qui e ora dell’incontro della propria storia con quella degli altri.

L’opera infatti è un materiale strettamente legato alla mia infanzia. Quando ero bambina mia mamma lavorava come maestro accompagnatore nella produzione di opere liriche. Io andavo spesso con lei, e mentre facevo i compiti, disegnavo o danzavo, queste musiche e storie entravano nelle mie orecchie e nella mia immaginazione. I miei eroi erano i cantanti e i personaggi che interpretavano. Le loro arie erano le mie canzoni preferite.

Annunciation indaga come prende vita la memoria nel momento presente, come il corpo si faccia magazzino dell’immaginazione e possa restituirla in azione.

Ritengo che attraverso la voce anche il corpo si illumini di una potenzialità nuova. Questo incrocio bidirezionale tra infinite possibilità della voce e del corpo è un costante territorio di scoperta, che sconfina inoltre nell’emozionalità del rapporto con il testo e con la melodia.

L’idea di virtuosismo intrinseca all’opera è un punto centrale per me. Il finale dell’aria va verso un crescendo, con la ripetizione delle stesse parole, su accordi sul tempo forte della battuta. Questo virtuosismo, di cui è dichiarato lo sforzo, crea uno stato di eccitazione fisica e di desiderio di appagamento che hanno qualcosa di simile alla follia – in quanto caratterizzano uno stato molto lontano da ciò che ci si aspettava soprattutto dalle donne, ai tempi di Mozart.

Credits

Un progetto di Emma Saba

Produzione Ariella Vidach AiEP

Emma Saba

Emma Saba (Cagliari, 1996) studia violino e poi viola al Conservatorio di Bologna e consegue la maturità classica nel 2015. Si iscrive al corso di Teatrodanza alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, e nel 2018 inizia il Bachelor in Contemporary Dance a La Manufacture – Haute ècole des arts de la scene, a Losanna, diretto da Thomas Hauert.

Nel 2014 viene selezionata per far parte dello spettacolo <age> della compagnia CollettivO CineticO con cui partecipa a più di 20 repliche in Italia e all’estero; con la stessa compagnia partecipa, nel 2018, allo spettacolo L’acqua intrappolata scorre all’indietro nella stagione del Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara; sempre nel 2018 prende parte allo spettacolo The Toolsdance di Nico Angiuli con le coreografie di Ariella Vidach presso la Fabbrica del Vapore a Milano e allo spettacolo Excelsior di Salvo Lombardo nel corso del Festival Oriente Occidente di Rovereto.

Nel maggio 2019 partecipa allo spettacolo Search Circle di Gregory Stayffer all’ADC di Ginevra.

Nel 2017 comincia ad interessarsi al rapporto fra voce e danza lavorando come autrice e interprete al duetto CHIROPTERA; una sua performance viene presentata alla Triennale di Milano, nell’ambito della mostra 111 domande sull’abitare contemporaneo, sotto il tutoraggio di Ariella Vidach e Davide Pizzigoni nel febbraio 2018. Nel 2019, sotto la guida della performer Eugenie Rebetez inizia il processo creativo sul solo Annunciation – dancing opera daily practise.